sabato 24 dicembre 2011

AMARCORD: COPPA DELLE COPPE 1999 LAZIO-MAIORCA 2-1


CHE TRIONFO A VILLA PARK


TABELLINO
LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, D.Stankovic (56' Sergio Conceicao), R.Mancini (89' Fernando Couto), Almeyda, Nedved (84' Lombardo), Vieri, Salas. A disposizione: Ballotta, Negro, Gottardi, De La Peña. Allenatore: Eriksson.
REAL MALLORCA: Roa, Olaizola, Marcelino, Siviero, Soler, Lauren, Engonga, J.Stankovic, Ibagaza, Dani, Biagini (74' Paunovic). A disposizione: Cesar Galvez, Carreras, Carlos, C.Soler, Fernando Nino, Lopez. Allenatore: Cuper.
Arbitro: Sig. Benko (Austria).
Marcatori: 7' Vieri, 10' Dani, 81' Nedved.
Note: ammoniti Mihajlovic e Siviero per gioco scorretto, Vieri e Marchegiani per comportamento non regolamentare. Angoli 6-3 per il Maiorca.
Spettatori: 33.021 paganti.


L'ultima edizione della Coppa delle Coppe, a novantanove anni dalla sua Fondazione, è della Lazio che scrive, per la prima volta, il suo nome su una manifestazione europea. Ci pensa Nedved, spesso trascurato da Eriksson, a regalare il sogno alla tifoseria biancoceleste azzeccando, nel finale, un bolide che distrugge l'incubo Real Mallorca.
Impegnati ad onorare la cinquantesima finale d'una squadra italiana nelle manifestazioni europee, i biancazzurri premono subito contro i dirimpettai spagnoli, puntando sulle fasce per attivare l'accoppiata Favalli-Nedved o, in alternativa, Pancaro e Dejan Stankovic. Cadenze serrate, mentre gli spagnoli cedono volentieri il possesso palla e restano corti sui centrali Ibazaga-Engonga, che circondano soprattutto Mancini, collocato dietro l'attacco. Sorpresa internazionale, il club delle Baleari applica puntiglioso gli ordini di mister Cuper, ossessionato soprattutto dalla prepotenza fisica di Christian Vieri, che infatti s'arrampica nell'aria al primo spiovente di Pancaro e castiga Roa, pescandolo fuori porta.
Bella rete di testa, e vantaggio biancoceleste che però dura pochi minuti, lasciandosi banalmente raggiungere. Cortocircuito imbarazzante, con Biagini sfilato via all'ombra del nostro Stankovic lungo la corsia sinistra per favorire la sovrapposizione rasoterra di Soler. Nessuno chiude davanti a Marchegiani, che l'irrompente Dani trafigge sotto misura. L'effetto pare traumatizzante, aggravato dal successivo scontro aereo tra Siviero e Vieri, impegnati ad aggiudicarsi il solito lancio lungo che azzarda Almeyda. L'attaccante laziale ha la peggio e proseguirà bendato alla fronte fino all'intervallo. Così prendono quota gli avversari, con rapidi contropiede di cui è capace Ibagaza, verso Biagini e Dani, sempre bravi ad incrociarsi, sempre indigesti laddove dovrebbero dominare tanto Nesta quanto Mihajlovic.
Solo Vieri lotta allo spasimo, salvo vanificare (ancora di testa) una rara idea griffata Mancini. Va meglio il Mallorca, pieno di volontà e nerbo. Per fortuna Marchegiani s'oppone alla botta obliqua di Lauren, quando appare irreale la superiorità degli antagonisti. Ma da una strattonata che provoca Almeyda, lampeggia il k.o. che regala ai biancocelesti il primo trofeo internazionale e il ventiseiesimo per l'Italia che supera così l'Inghilterra ferma a 25. Prima Vieri, mattatore assoluto, carica la stangata fra un groviglio di maglie rossonere, poi, sul rimpallo, proprio Nedved fulmina Roa. Il ceco esulta come mai aveva fatto prima d'ora. Gli ultimi minuti sono spasmodici, con i laziali chiusi in difesa sostenuti da oltre 15.000 supporters giunti da Roma. Al triplice fischio la gioia contagia tutti e non sono poche le lacrime sul campo e sugli spalti.

La Gazzetta dello Sport titola: "Sei proprio forte, Lazio! Vieri di testa e capolavoro di Nedved: conquistata la prima coppa europea. La Lazio vince perchè è più forte e sa superare i momenti difficili. Segna subito con Vieri, ma appena 4' è raggiunta da Dani. Subisce il colpo ma regge: la gara è tesa, il Maiorca ben organizzato. Chi segna prima vince: e Nedved trova il gol partita."
Continua la "rosea": L'ultima coppa delle Coppe si sposa con la prima coppa europea della Lazio. Figlie femmine ("la" Champions League) è il minimo che si possa augurare al club di Cragnotti, mentre quello maschio ("lo" scudetto) viene chiamato a gran voce da una curva impazzita, che festeggia l'alzata di coppa di capitan Nesta cantando "vinceremo il tricolor". Serata magnifica, per chi è laziale e per chi è sportivo: perché una stagione del genere, comunque finisca domenica, va incorniciata, e perché lo spettacolo dei giocatori italiani che vanno ad applaudire la curva spagnola, ricevendone in cambio un'ovazione, scioglie in piacere allo stato puro 90' di tensione mica da ridere. La Lazio vince perché è più forte del Maiorca - Real nella capacità di rintuzzare un'avversaria superiore -, e perché "tiene" con la testa i molti momenti nei quali il match rischia di sfuggirle. Eriksson ottiene molto da alcuni uomini, Vieri e Almeyda soprattutto, e pochino da altri, Mancini e Salas in primis. Ma di fronte a una squadra nel vero senso della parola, anche chi non è in serata sa stringere i denti per consentire ai baciati dalla grazia di emergere. E decidere. Il botta e risposta iniziale è di fortissimo impatto psicologico ed entrambe le squadre sono brave a superarlo, sia pure in modo diverso. La Lazio colpisce duro nel giro di 7 minuti: più che un traversone, quello di Pancaro è un lungo rilancio (è nella sua metà campo) la cui lentezza permette a Vieri, uno non semplicissimo da spostare, di prendere posizione. Preciso il colpo di testa a pallonetto che pesca Roa fuori porta, inutile il suo colpo di reni. La sensazione immediata è che, se la Lazio riuscisse a tenere il vantaggio per dieci minuti, sarebbe fatta; ma il Maiorca reagisce in un baleno, conscio di doversi giocare tutto a costo di pigliare subito il secondo gol e trova in 4 minuti il pari.
Soler e Jovan Stankovic prendono in mezzo Pancaro sulla destra laziale, il serbo crossa radente per Dani sul quale Mihajlovic non recupera, il piatto sotto porta è chirurgico. E l'inerzia della gara, che aveva preso una direzione italiana, si rovescia verso gli spagnoli. La Lazio non è reattiva come il Maiorca, ha bisogno di qualche minuto per digerire il cazzotto. In mezzo al campo Mancini non ha mai il passaggio facile, pressato da Engonga e troppo spostato sulla destra: l'assalitore di fascia di quel versante è Dejan Stankovic, che non va mai in profondità per dettare il passaggio. Meglio sarebbe rivolgersi dall'altra parte, dove Nedved attacca fin troppo, ma la palla fin lì non arriva mai; così Mancini finisce per perderla e la Lazio fatica a tenersi equilibrata perché Almeyda si trova a dover fronteggiare due uomini. Il Maiorca, poi, è bravo a costruire triangoli sulle fasce, a volte avanzando i suoi terzini, a volte facendo rinculare una punta. Per sostenere i difensori laterali, molto sotto pressione, Nesta deve uscire accettando il duello in campo aperto con i rischi conseguenti. L'organizzazione migliore e la superiore rapidità permettono al Maiorca di reggere, e bene, il confronto con la qualità laziale, che ovviamente ha il suo peso. Terminata la digestione, i palloni ricominciano a piovere nell'area spagnola: sempre da lontano, perché sul fondo non ci arriva nessuno, ma quando in mezzo hai un tipaccio come Vieri te lo puoi pure permettere. Una sua violenta conclusione dai venti metri viene deviata a fatica dall'incerto Roa al 28', un colpo di testa da sotto misura finisce alto al 32' (ma l'arbitro gli aveva fischiato un misterioso fallo) e al 46' Salas non "trova" un assist centrale di Christian. Fra questi bagliori laziali, un contropiede assassino di Dani e Biagini al minuto 43; bravo Pancaro a rimontarlo, si stava mettendo davvero male. La ripresa è una lunga corsa in una galleria del vento, dove il vento sono i nervi, di minuto in minuto più decisivi visto che, non ci vuol molto per capirlo, chi segna non sarà più rimontato.
La Lazio gioca di più, sembra prendere il sopravvento quando Mancini entra meglio in partita, facilitato dall'ingresso di Conceicao che gli detta i passaggi; ma il Maiorca è vivo e siccome la Lazio attacca con molti uomini è facile trovarla squilibrata appena l'onnipresente Engonga recupera un pallone. Due chances serie in contropiede, per gli spagnoli: una respinta di Marchegiani al 24' su conclusione di Lauren e un salvataggio di Nesta, molto cresciuto nella ripresa, su velenoso traversone del solito J.Stankovic al 32'. E' il preludio al colpo del k.o.: la Lazio esce dalle corde e, su un pallone volante "coperto" da un salto di Vieri, Nedved gira dal limite il diagonale affilatissimo che vuol dire coppa delle Coppe. La sensazione di prima era esatta, il 2-2 non sarebbe venuto. E il 2-1 l'ha segnato la Lazio.

Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:

Grazie a una rete di Pavel Nedved sul finire, l'S.S. Lazio vince la Coppa delle Coppe UEFA (primo trofeo europeo per i biancocelesti) contro l'RCD Mallorca a Birmingham. Mentre i tempi supplementari sembrano avvicinarsi irrimediabilmente, il centrocampista ceco mette a segno il gol decisivo con uno stupendo tiro al volo a 9' dal termine. Quella del 1999 è l'ultima finale di Coppa delle Coppe, trofeo glorioso nato nel 1960/61. Dopo un cammino non privo di ostacoli, la Lazio può finalmente rifarsi dopo la sconfitta per 3-0 contro l'FC Internazionale Milano nella finale di Coppa UEFA dell'anno precedente a Parigi. Il Mallorca, una delle principali protagoniste in campionato del periodo, può comunque concedersi la sconfitta alla prima finale europea. La Lazio sfiora l'eliminazione al primo turno contro gli svizzeri del Lausanne-Sports, ma si qualifica per le reti in trasferta grazie al 2-2 nella gara di ritorno a Losanna. Anche l'FK Partizan di Belgrado si dimostra ostico al secondo turno, ma la Lazio riesce a spuntarla con un 3-2 a Belgrado dopo lo 0-0 dell'andata. Ai quarti di finale, i greci del Panionios NFC non sono all'altezza e vengono eliminati dai biancocelesti con un 7-0 complessivo, mentre le semifinali contro l'FC Lokomotiv Moskva terminano 1-1 in Russia e 0-0 a Roma.
Al primo turno, il Mallorca elimina gli scozzesi dell'Heart of Midlothian FC con un 2-1 complessivo, mentre il secondo turno contro il KRC Genk è ancor più complicato (1-1 in Belgio, 0-0 in casa). Ai quarti, contro i croati dell'NK Varteks, il Mallorca è protagonista di uno spettacolare 3-1 in casa dopo lo 0-0 dell'andata. Il posto in finale arriva grazie alla vittoria contro il Chelsea FC. Dopo un 1-1 a Londra, la formazione spagnola vince 1-0 al ritorno e si prepara ad affrontare la Lazio. La finale inizia in modo promettente. Christian Vieri, ex Club Atlético de Madrid, porta in vantaggio i biancocelesti dopo appena 7' con un colpo di testa su cross di Giuseppe Pancaro che scavalca il portiere Carlos Ángel Roa. Il Mallorca pareggia dopo appena 4'. Jovan Stankovic fugge sulla destra e crossa per lo smarcato Dani, che non ha problemi a superare Luca Marchegiani dalla corta distanza. Dopo la rete, la formazione spagnola prende le redini della gara e approfitta della temporanea assenza di Vieri, infortunatosi in uno scontro con Roa. Prima dell'intervallo, entrambe le squadre si procurano ancora qualche occasione, ma la gara è prettamente difensiva e prosegue senza troppe emozioni fino alla decisiva rete di Nedved.

L'allenatore biancoceleste Sven Goran Eriksson a fine gara: "E' tutto molto bello, è la prima coppa della Lazio, sono felice. Certo, abbiamo sofferto. Abbiamo sbloccato il risultato, ma siamo stati raggiunti troppo presto. Però nel secondo tempo abbiamo meritato la vittoria. Ora abbiamo un altro traguardo da inseguire e domenica cercheremo di dare il meglio."
Il Presidente Sergio Cragnotti: "Fantastico, i ragazzi ce l'hanno messa tutta. Questa vittoria è il coronamento di un lungo lavoro. Un lavoro duro che continua, per fare una Lazio sempre più forte, più ricca di carattere, mentalità , voglia di vincere. Questa è una serata di gioia, una serata che ci darà moltissimo. E speriamo che anche il campionato ci dia ciò che meritiamo."
FONTE: LazioWiki



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